Civil Rights Act | |
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La prima pagina del Civil Rights Act del 1964 | |
Stato | Stati Uniti d'America |
Tipo legge | legge federale |
Promulgazione | 1964 |
Il Civil Rights Act del 1964[1] è una legge federale degli Stati Uniti d'America, che dichiarò illegali le disparità di registrazione[2] nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in generale (public accommodations).
Quando la legge divenne esecutiva produsse effetti di vasta portata ed ebbe un enorme impatto a lungo termine in tutto il Paese. Vietò la discriminazione nelle strutture pubbliche, nel governo e in materia di occupazione, invalidando le leggi Jim Crow nel sud degli Stati Uniti. Divenne illegale mantenere la segregazione in base all'etnia, che vigeva legalmente al sud e nei fatti al nord, nei concorsi per scuole, alloggi o assunzioni.
Il codice dette avvio a provvedimenti di "desegregazione", come il busing, che passarono sotto il nome di affirmative action e che vennero approvati a partire dal 1965 (executive order 11246).
I poteri concessi per far rispettare la legge furono inizialmente deboli, ma vennero aumentati negli anni successivi. Il Congresso rivendicò la sua autorità di legiferare in conformità con diverse parti della Costituzione, principalmente il suo potere di regolare gli scambi commerciali tra gli Stati, ai sensi dell'articolo Uno (sezione 8), il suo dovere di garantire a tutti i cittadini uguale protezione con le leggi nel rispetto del Quattordicesimo Emendamento e il suo dovere di proteggere il diritto di voto secondo il Quindicesimo emendamento.